Disturbo Depressivo: come si manifesta, come curarlo

La depressione è un disturbo diffuso, a volte difficile da riconoscere e che riguarda ogni età della vita. Può esere difficile distinguere tra la tristezza e la depressione, tra I sentimenti di delusione, magari consegenza di eventi stressantied una malattia depressiva. La crisi economica ha recentemnte riproposto il tema della “perdita” che solo  parzialmente è di tipo economico, molto spesso coinvolge sentimenti più profondi riguardanti l’autostima, il senso di  incapacità a provvedere ai propri cari (nel caso dei padri di famiglia), il senso di solitudine, fino alle conseguenze tragiche che leggiamo sempre più spesso nella cronaca. La “nausea” ed il sentimento di vuoto esistenziale di sartriana memoria è riconosciuto da molti (letterati,filosofi, psicologi) come parte integrante del vivere o del “mestiere di vivere” per dirla con Pavese. Vita quindi come condizione esistenziale che porta ad affrontare inevitabilmente il sentimento della tristezza e della mancanza. La distinzione tra stato depressivo reattivo ad uno  stress prolungato e Disturbo Depressivi Maggiore (ovvero malattia che che può manifestarsi anche senza una precisa causa scatenante esterna) è spesso sfumata. Le evidenze scientifiche ci dicono tuttavia che è importante riconoscere e trattare il Disturbo Depressivo quando assume caratteristiche patologiche, quando provoca un elevato grado di disagio in chi ne è affetto, quando perdura a lungo fino a  cronicizzarsi o quando abbia tendenza ad aggravarsi. Questo perchè un disturbo depressivo che non si risolve può portare a conseguenze negative: pensiamo al rischio di suicidio, ma anche all’aumentato rischio di utilizzare alcolici o sostanze, o ai sintomi somatici correlati. Da alcune valutazioni sembra che quasi il  30% delle richieste che pervengono ai Medici di Medicina Generale siano sottese da disturbi di ansia o depressione.

Le forme depressive “maggiori” sono quindi vere e proprie malattie e richiedono un trattamento specifico. Esse colpiscono in Italia l’11,2% della popolazione nel corso della vita ed il 7% circa nel corso dell’ultimo anno. Se tuttavia consideriamo anche le forme croniche e “minori” ed I Disturbi Bipolari (diversa forma di disturbi dell’umore) la prevalenza nella vita arriva al 14 %. L’OMS lancia un allarme circa il tendenziale aumento dei disturbi depressivi e prevede che nel 2020 sarà la seconda malattia più diffusa dopo le malattie cardiovascolari.L’età in cui ha maggiore frequenza di insorgenza va dai 18 ai 29 anni ed affligge da 1 a 3 volte di più il sesso femmiile rispetto a quello maschile. Il fatto poi che il disturbo depressivo abbia una sua ereditarietà  (fino al 40% nei parenti di primo grado), ci fa comprendere come siamo di fronte ad una vera e propria malattia, spesso negata o non riconosciuta.

I sintomi della depressione sono rappresentati da:

– umore depresso (sentirsi giù)

– stanchezza fisica,  mancanza di energia che insorge spesso già al risveglio del mattino, fino al rallentamento del corpo e della mente

– svogliatezza, tendenza a rimanere inattivi, mancanza di “volontà”

– mancanza di piacere nelle attività quotidinae o in ciò che prima procurava piacere

– pessimismo, (vedere nero, eccessivi pensieri di colpa, tendenza

a rimuginare negativamente sul passato)

Lo stato depressivo talora  si accompagna ad ansia, insonnia, sintomi fisici (coliti, cefalee, dolori somatici in generale), mancanza di appetito. Attenzione: il disturbo si può manifestare nell’adolescente come nell’anziano, in chi è stressato come in chi non ha apparenti motivi di disagio….

Una valutazione  specialistica ed un corretto trattamento può notevolmente migliorare la qualità della vita ed evitare complicazioni peggiori.Il trattamento del disturbo depressivo comprende la farmacoterapia, la psicoterapia od entrambe. Nelle forme Maggiori non si può prescindere dal trattamento farmacologico, o comunque è consigliata una consulenza medica. Il trattamento farmacologico è fondamentale nelle forme maggiori permettendo spesso la completa risoluzione dei sintomi. Ciò cui si tende è appunto la risoluzione del disturbo, condizione importante per evitare la ricaduta e la cronicizzazione. Il lavoro del clinico (Psichiatra) è appunto di individuare la terapia meglio tollerata e più efficace. I farmaci antidepressivi (Serotoninergici,  ed altre categorie) non creano dipendenza psichica (come invece può acacdere con gli ansiolitici), ma vanno somministrati sotto stretto controllo medico per il periodo di tempo necessario a risolvere la crisi e ad evitare possibili successive ricadute.  A crisi risolta la persona, riprendendo la propria spinta vitale e ritornando pienamente “se stessa”,  potrà allora cercare di comprendere con l ‘aiuto del terapeuta le cause del proprio malessere…

Dr Mario Franzini,

Psichiatra, Psicoterapeuta